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PIAZZA NAVONA

Piazza Navona è uno dei luoghi simbolo della capitale, certamente tra le piazze più belle di Roma.
La piazza si trova sull’antico stadio di Domiziano, costruito nel 86 d.C. per ospitare gare sportive e spettacoli musicali. L’arena era di dimensioni notevoli, lunga almeno 270 metri e larga 55, tanto da essere in grado di contenere almeno 33 mila persone.

Dopo essere stata restaurata prima dall’imperatore Alessandro Severo e poi da Papa Innocenzo X, venne utilizzata fino all’800 per ospitare celebrazioni, messe, ma anche spettacoli, bare ed anche battaglie navali. Il nome “Piazza Navona” deriva, infatti, dal termine latino “in agone” diventato poi nel corso del tempo Navona.

L’assetto attuale della piazza maturò nel 1600, proprio grazie all’intervento di Papa Innocenzo X, che fece realizzare la chiesa di Sant’Agnese ed il palazzo Pamphili, dedicato alla sua casata.

Ornano Piazza Navona tre magnifiche fontane, si due lati si trovano la Fontana del Nettuno realizzata da Gregorio Zappalà e Antonio della Bitta (XIX secolo) e la Fontana del Moro di Giacomo della Porta. Appartiene al Bernini la celebre Fontana dei Quattro Fiumi cui è legata la leggenda della rivalità tra lo scultore e l’architetto Borromini. La tradizione, infatti, racconta che la statua del Rio della Plata alzi il braccio per proteggersi dall’inevitabile crollo della Chiesa di Sant’Agnese.

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LA FONTANA DEI QUATTRO FIUMI

La Fontana dei Fiumi, inaugurata nel 1651, risulta senza dubbio uno dei monumenti più belli e famosi della Roma barocca e rappresenta i quattro grandi fiumi allora conosciuti. Il Gange, il Nilo, il Danubio e il Rio della Plata: quattro statue di marmo bianco, alte cinque metri, situate su masse sporgenti di travertino.

Il Nilo, opera di G.A.Fancelli, presenta la singolarità di avere la testa velata perché le sue sorgenti erano allora sconosciute, anche se per il popolo, invece, esprimeva il disprezzo del Bernini per la vicina chiesa di S.Agnese in Agone, progettata dal suo rivale Borromini, come anche il braccio alzato a protezione della testa del Rio della Plata, opera di Francesco Baratta, esprimeva il timore ironico dell’artista che la chiesa potesse crollare. Tali dicerie sono però destituite da ogni fondamento perché Bernini completò la fontana prima che Borromini iniziasse la chiesa.  Infine, il Gange è opera di Claude Poussin mentre il Danubio è di Antonio Raggi. Secondo l’iscrizione voluta da Innocenzo X, il monumento intende magnificamente offrire “salubre amenità a chi passeggia, bevanda a chi ha sete, esca a chi medita”.

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